La modalità di erogazione degli interventi cognitivi per il potenziamento della plasticità sinaptica in persone con decadimento cognitivo patologico può influenzarne l'efficacia. I risultati di una lunga e complessa revisione sistematica e meta-analisi condotta nel giro di due anni fanno luce su questi ed altri risvolti relativi ai cognitive training per persone con MCI e demenza. Tra gli interventi cognitivi utilizzati in questa popolazione occorre distinguere tra training, riabilitazione e stimolazione, termini spesso utilizzati erroneamente in maniera intercambiabile. Sebbene le lineeguida internazionali mostrino concordanze circa l'utilità della stimolazione cognitiva, come TeleStim, meno chiara è l'efficacia del training. Eppure, in determinate condizioni, gli effetti sembrano poter esserci (in maniera transitoria? clinicamente significativa? estesa ad altri domini?), sebbene emergano da una letteratura estremamente eterogenea e soggetta a potenziali rischi di bias. L'abstract nel primo commento e lo studio pubblicato qui.
I training cognitivi hanno un'efficacia pre-post per le persone con demenza sul MMSE, ma solo se condotti in presenza e con strumenti tradizionali
di Francesco Giaquinto -
Numero di risposte: 1
In riposta a Francesco Giaquinto
Ri: I training cognitivi hanno un'efficacia pre-post per le persone con demenza sul MMSE, ma solo se condotti in presenza e con strumenti tradizionali
di Francesco Giaquinto -
Introduzione
La prevalenza di individui affetti da lieve compromissione cognitiva (MCI), malattia di Alzheimer (AD) e altre forme di demenza è in aumento a livello globale. Quattro linee guida cliniche internazionali su nove raccomandano interventi cognitivi non farmacologici per migliorare la cognizione, l’autonomia e il benessere. Tuttavia, l’efficacia della riabilitazione cognitiva (CR) e del training cognitivo (CT) in persone con MCI, AD e altre demenze è ancora oggetto di dibattito, spesso a causa dell’elevata eterogeneità tra gli studi.
Obiettivo
Questo studio mira a valutare l’efficacia del CT e della CR in queste popolazioni.
Metodi
Seguendo le linee guida PRISMA, è stata condotta una revisione sistematica della letteratura attraverso i database OVID, MEDLINE, EMBASE e Scopus, includendo studi controllati randomizzati e studi pre-post non randomizzati. La meta-analisi bayesiana si è concentrata sui cambiamenti pre-post nella cognizione globale, qualità della vita, funzionamento quotidiano e depressione, evitando confronti con gruppi di controllo per ridurre l’eterogeneità (PROSPERO: CRD42022365038).
Risultati
La ricerca ha restituito 6075 risultati, di cui 40 studi soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale di 50 studi indipendenti. L’intervento più rappresentato è stato il CT, e la popolazione più studiata è stata quella con AD e altre demenze. Il CT è risultato più efficace nel migliorare la cognizione globale in persone con AD e altre demenze, con maggiori benefici osservati nei formati carta-e-matita e in presenza. L’analisi ha evidenziato una significativa suscettibilità al bias tra gli studi inclusi.
Conclusioni
Le limitazioni degli strumenti di valutazione utilizzati (es. MMSE) indicano la necessità di misure più sensibili, soprattutto per l’MCI. La ricerca futura dovrebbe esplorare aspetti più ampi del benessere e indagare il potenziale della CR. Si incoraggiano i decisori politici a tenere conto di questi risultati nella progettazione di interventi cognitivi per questa popolazione.
La prevalenza di individui affetti da lieve compromissione cognitiva (MCI), malattia di Alzheimer (AD) e altre forme di demenza è in aumento a livello globale. Quattro linee guida cliniche internazionali su nove raccomandano interventi cognitivi non farmacologici per migliorare la cognizione, l’autonomia e il benessere. Tuttavia, l’efficacia della riabilitazione cognitiva (CR) e del training cognitivo (CT) in persone con MCI, AD e altre demenze è ancora oggetto di dibattito, spesso a causa dell’elevata eterogeneità tra gli studi.
Obiettivo
Questo studio mira a valutare l’efficacia del CT e della CR in queste popolazioni.
Metodi
Seguendo le linee guida PRISMA, è stata condotta una revisione sistematica della letteratura attraverso i database OVID, MEDLINE, EMBASE e Scopus, includendo studi controllati randomizzati e studi pre-post non randomizzati. La meta-analisi bayesiana si è concentrata sui cambiamenti pre-post nella cognizione globale, qualità della vita, funzionamento quotidiano e depressione, evitando confronti con gruppi di controllo per ridurre l’eterogeneità (PROSPERO: CRD42022365038).
Risultati
La ricerca ha restituito 6075 risultati, di cui 40 studi soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale di 50 studi indipendenti. L’intervento più rappresentato è stato il CT, e la popolazione più studiata è stata quella con AD e altre demenze. Il CT è risultato più efficace nel migliorare la cognizione globale in persone con AD e altre demenze, con maggiori benefici osservati nei formati carta-e-matita e in presenza. L’analisi ha evidenziato una significativa suscettibilità al bias tra gli studi inclusi.
Conclusioni
Le limitazioni degli strumenti di valutazione utilizzati (es. MMSE) indicano la necessità di misure più sensibili, soprattutto per l’MCI. La ricerca futura dovrebbe esplorare aspetti più ampi del benessere e indagare il potenziale della CR. Si incoraggiano i decisori politici a tenere conto di questi risultati nella progettazione di interventi cognitivi per questa popolazione.